domenica 29 aprile 2012

I grandi perchè della vita

Cara Stordy
la mia settimana di corsissima è terminata ma da domani si ricomincia. Io nel frattempo verso in questo stato:



Stamattina mi sono alzata con una capigliatura aerodinamica (solo lato sinistro, però), e ora capisco perché la mia amica Ale si è dipinta i capelli di rosso carota e con taglio da scoiattolo. Perché ad un certo punto o ti fidanzi con un parrucchiere, o cedi a sconsiderati effetti speciali, dato che non puoi photoshopparti la testa.

Vorrei altresì  dirti che i tuoi quesiti non son semiseri. Sono i grandi perché della vita. Ho visto che hai volutamente ignorato la sfera famigliare. Il mio Trequarti, da oggi famoso anche come "L'uomo chiamato divano" è, per esempio, un grande campione di interruzione della MIA concentrazione.

Ad esempio: perché mentre tu stai facendo la telefonata più importante della tua vita, proprio in quel momento lì ha bisogno di un introvabile oggetto che LUI ha nascosto mesi addietro?

Oppure: Perché se nell'armadio giace stirato tutto lo stirabile degli ultimi tre lustri, Egli necessita di una camicia in felpatino pesante anche se fuori ci sono 40 gradi?

Ma anche senza la guest star (sempre il Trequarti). Perché appena sei su una scala in versione casalinga disperatissima e appesa alle tende da staccare per il lavaggio (che già di per sé è una somma rottura di palle) suona il telefono e la segreteria telefonica non scatta?

Sorvolo sui calzini. Purtroppo lo spaiamento (si dirà così?) colpisce in modo indistinto tutte le fasce di età e popolazione della mia allegra famigliola.Potrei invece creare una nuova collezione Pantone con le diverse colorazioni che riesco a far assumere al mio bucato.

Per quanto riguarda invece gli argomenti seri, superato il 25 aprile con le tue giuste riflessioni, penso al 1 maggio, festa dei lavoratori. Purtroppo mi viene in mente solo Alberto Sordi. Non credo sia un buon segno.


E per finire, com'era la storia del caldo africano???? Qui piove e tira vento, il cielo è grigio, la città svuotata per l'ultimo ponte degno di questo nome del 2012, che io naturalmente non posso fare.

Hai inoltre sentito della class action dei consumatori americani verso la Nutella? Queste sì che son tragedie. Io vivevo beatamente nella mia ignoranza, alimentavo la mia cellulite con sani affondi nel barattolo gigante e ora mi tocca leggere le etichette, prendere coscienza della quantità dei grassi saturi e insaturi, rendermi edotta sugli zuccheri. Scusa, ma non sono cose da prendere alla leggera. Ora mi toccherà sostituire la economica Nutella con un costoso psicanalista (lo yoga funziona, ma non sempre e mai bene come la Nutella).

E con questa notizia  corro a godermi la domenica...

Tua Affranta


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