domenica 29 aprile 2012

I grandi perchè della vita

Cara Stordy
la mia settimana di corsissima è terminata ma da domani si ricomincia. Io nel frattempo verso in questo stato:



Stamattina mi sono alzata con una capigliatura aerodinamica (solo lato sinistro, però), e ora capisco perché la mia amica Ale si è dipinta i capelli di rosso carota e con taglio da scoiattolo. Perché ad un certo punto o ti fidanzi con un parrucchiere, o cedi a sconsiderati effetti speciali, dato che non puoi photoshopparti la testa.

Vorrei altresì  dirti che i tuoi quesiti non son semiseri. Sono i grandi perché della vita. Ho visto che hai volutamente ignorato la sfera famigliare. Il mio Trequarti, da oggi famoso anche come "L'uomo chiamato divano" è, per esempio, un grande campione di interruzione della MIA concentrazione.

Ad esempio: perché mentre tu stai facendo la telefonata più importante della tua vita, proprio in quel momento lì ha bisogno di un introvabile oggetto che LUI ha nascosto mesi addietro?

Oppure: Perché se nell'armadio giace stirato tutto lo stirabile degli ultimi tre lustri, Egli necessita di una camicia in felpatino pesante anche se fuori ci sono 40 gradi?

Ma anche senza la guest star (sempre il Trequarti). Perché appena sei su una scala in versione casalinga disperatissima e appesa alle tende da staccare per il lavaggio (che già di per sé è una somma rottura di palle) suona il telefono e la segreteria telefonica non scatta?

Sorvolo sui calzini. Purtroppo lo spaiamento (si dirà così?) colpisce in modo indistinto tutte le fasce di età e popolazione della mia allegra famigliola.Potrei invece creare una nuova collezione Pantone con le diverse colorazioni che riesco a far assumere al mio bucato.

Per quanto riguarda invece gli argomenti seri, superato il 25 aprile con le tue giuste riflessioni, penso al 1 maggio, festa dei lavoratori. Purtroppo mi viene in mente solo Alberto Sordi. Non credo sia un buon segno.


E per finire, com'era la storia del caldo africano???? Qui piove e tira vento, il cielo è grigio, la città svuotata per l'ultimo ponte degno di questo nome del 2012, che io naturalmente non posso fare.

Hai inoltre sentito della class action dei consumatori americani verso la Nutella? Queste sì che son tragedie. Io vivevo beatamente nella mia ignoranza, alimentavo la mia cellulite con sani affondi nel barattolo gigante e ora mi tocca leggere le etichette, prendere coscienza della quantità dei grassi saturi e insaturi, rendermi edotta sugli zuccheri. Scusa, ma non sono cose da prendere alla leggera. Ora mi toccherà sostituire la economica Nutella con un costoso psicanalista (lo yoga funziona, ma non sempre e mai bene come la Nutella).

E con questa notizia  corro a godermi la domenica...

Tua Affranta


giovedì 26 aprile 2012

Domande e considerazioni


Cara Affranta,

come sta andando la tua settimana di corsissima?

Oggi non ho fatti particolari da raccontarti, ma solo delle domande semiserie su cui mi interrogo da qualche tempo, senza mai trovare una risposta che è una. Succede anche a te? Penso che sia l’età a stimolare degli interrogativi così solenni. Qui di seguito te ne espongo qualcuno.

- Ma perché tutte le volte che in metro riesco a conquistarmi un posto a sedere, mi metto gli auricolari del mio iPod e comincio a godermi la mia musica distraente e rilassante (ricorda che soffro un po’ di claustrofobia), arriva sempre il mendicante con la fisarmonica o con il violino (e possibilmente anche con l’amplificatore) che si piazza proprio nelle mie vicinanze, impedendomi di sentire la MIA musica e obbligandomi a sentire solo la SUA???

- Ma perché quando sono alla fermata dell’autobus o della metro, in attesa come tanti altri poveri disgraziati, e cerco di ingannare l’attesa leggendo un giornale e/o ascoltando sempre la musica del mio iPod, è proprio a me che il turista di turno (possibilmente straniero) viene  chiedere informazioni, facendomi regolarmente impiccare  con i fili degli auricolari???

- Ma perché quando sono bloccata in macchina nel traffico e decido di passare nella fila accanto che mi sembra più scorrevole, non appena ho effettuato il cambio, la mia nuova fila si deve bloccare inesorabilmente??? E perché lo stesso fenomeno si ripete alle biglietterie, ai bar, insomma, ovunque ci sia da aspettare su almeno due file???

- Ma perché quando vado a stendere il bucato della famiglia i calzini sono sempre dispari??? perché ne deve mancare sempre uno??? Cosa c’è, un buco nero dei calzini da qualche parte???

Domande senza risposta…

Ecco comunque anche una considerazione seria.

25 aprile, Liberazione. Riflettevo che comincia a diventare sempre più difficile per le nuove generazioni capire le tragedie del passato. Il filtro del tempo diventa sempre più spesso, la storia del nostro paese in guerra  sembrava già qualcosa di mitico a noi, quando ce ne parlavano i nostri genitori che la guerra l’avevano vissuta direttamente, figuriamoci ai nostri figli che non riescono a concepire un mondo senza cellulari, computer e Internet! Il tempo passa e si rischia di dimenticare sempre più facilmente. Il tempo è distanza.

E con questa saggia considerazione, vista l’ora, ti saluto.

Tua Stordita

P.S. Bellissime le foto del National Geografic! E che tristezza! Ma non dovrebbero esserci tutti i giorni delle Giornate della Terra?   

P.P.S. Ti stai preparando al caldo africano che dovrebbe arrivare venerdì prossimo? Io da una parte sono scontenta (da brava over 50, amo sempre di meno il caldo), ma da un’altra sono contenta: avrò un valido alibi per i miei momenti di caldo-caldo!!!

Buona notte!

lunedì 23 aprile 2012

Pensierino del mattino 2

Cara Stordita,

innanzitutto buona settimana.
ieri era il mio settimanale "no-computer day" (visto che c'è pure la giornata del formaggio grigliato creo anche io qua e là qualche ricorrenza fantasiosa) e quindi ho letto tutto d'un fiato il tuo post dis-avventuroso nonché il pensierino del mattino. Anche io mi sono fatta due notti di sonno di fila, Un evento che ho immediatamente segnato sul calendario e che conferma la bontà di essere Spampanate.

Ricambio il pensierino del mattino con questa raccolta di foto del National Geografic sulle foreste più minacciate del Pianeta. Non è un pensiero allegro, in realtà, (anche se le foto sono spettacolari) ma ieri era l'Earth Day e secondo me non bisogna mai abbassare la guardia.

Sono di corsissima, in ritardo su tutto, la settimana inizia bene...

Tua Affranta

domenica 22 aprile 2012

Pensierino del mattino

Caspita! Ma sono due mattine di seguito che mi sveglio e realizzo di non essere stata per niente turbata durante la notte da spiacevoli episodi di caldo-freddo-caldo... ma allora la nostra terapia di sfogo telematico funziona!!!
Buona domenica e non invidiarmi troppo...
Tua Stordita

sabato 21 aprile 2012

Tra il serio e il faceto


Affranta carissima,

sì, decisamente c’è di che consolarsi pensando al povero Mr. Ronald Wayne: quando si dice il fiuto per gli affari! Ho letto che lui afferma di essere migliore come ingegnere che come uomo d’affari: da cosa l’avrà mai capito?

Allora, passando alle cose più serie di cui lei chiedeva il mio augusto parere, che dire, sono proprio sempre più “stordita” e arrabbiata. Vado a elencare:

-        a me sembra che in generale ci si stia dimenticando sempre di più che il LAVORO E’ UNA NECESSITA’, non solo un diritto-dovere, e tantomeno una PRETESA!!! A chiunque piacerebbe non aver la necessità di lavorare per poter mangiare, ma sono veramente pochi quelli che se lo possono permettere.

-        Quindi, se si parla tanto di lavoro è perché il problema è sempre più grosso e a vari livelli.

-        Mi sono francamente stancata di sentire sempre parlare solo di pensionati e di disoccupazione-precariato giovanile: esiste una generazione tra i trenta-quaranta abbastanza in crisi, e di cui si parla anche (www.generazionetq.org/), ma non si parla proprio MAI di disoccupazione-precariato degli “attempati”, cioè della generazione dei cinquantenni a spasso o quasi (come la qui presente sottoscritta Stordita). Ebbene, esiste anche questo problema. Insomma, ogni fascia generazionale ha di che lamentarsi, perché è tutto un grosso caos e ci sono guai per tutti… (mamma, sto virando troppo sul serio)…

-        Io penso quindi che lei, cara Affranta, non stia rubando proprio nulla a nessuno, e che deve andare tranquilla per la sua strada finché può, finché regge, finché ci sarà qualcosa da fare per lei: mica è una colpa dover lavorare per vivere! E neanche una pretesa! Faccio un po’ fatica a immaginarla 80enne mentre va su e giù dai treni regionali, ma si sa che con il tacco rasoterra è ben più facile che con il tacco 12, e poi l’allenamento c’è già!

-        Ho recentemente scoperto che oltre ai disoccupati e ai precari esistono anche i lavoratori “inattivi e scoraggiati” (http://www.corriere.it/economia/12_aprile_19/istat-lavoro-inattivi_b96aaf08-8a02-11e1-a379-94571f4a698e.shtml) . AIUTO! Ho una crisi di identità: prima ero una lavoratrice atipica, poi una precaria atipica tendente al disoccupato, poi una disoccupata, ora credevo di essere una disoccupata “altalenante”, ma forse sono una “inattiva”, sempre “altalenante”… certo è che mi sto sempre più “scoraggiando”. Ma tu guarda, non riesco a rientrare in una definizione certa nemmeno adesso!!! Ma non bastava una bella distinzione tra occupati e non-occupati? Ah, ho capito, lo fanno apposta (sempre da fini psicologi, proprio come i nostri ormoni) per stordirci di chiacchiere e farci credere di essere diventati chissà che cosa: tanto, a ben pensarci, cambia il termine, ma il risultato è sempre lo stesso!!!!!! (Dubbio: ma se l’”inattivo” è il disoccupato che non si muove, allora il disoccupato è un “inattivo” che si muove, ma non ottiene nessun risultato? Ma in sostanza, che differenza c’è? Boh!!!).


BASTA COSI’!


Aggiornamenti:

-        Abbiamo beccato una multa da 80 euro e 2 punti patente per aver parcheggiato alla fermata dell’autobus. Giustissimo. Durata della sosta: 20 minuti (ed esagero). Motivazione: dovevamo urgentemente scaricare la figlia minore (con relativo bagaglio) che partiva per il campo scuola e non c’era altro posto per parcheggiare. Guidatore: il “Trequarti”. Data dell’evento: 17 aprile, martedì. Non scrivo altro.

-        Il giorno seguente, mercoledì 18, non so se è andata meglio: non ho fatto altro che correre, salire e scendere da autobus, metro, macchina e addirittura (non potevo farne a meno) TAXI, tutto per questioni burocratiche. Una giornata con la lingua a penzoloni come la nostra Mabel.

-        Il tourbillon si è ripetuto anche giovedì 19. E anche venerdì non è andata meglio. Hai capito perché mi sono ridotta a scriverti a quest’ora di notte tra venerdì e sabato?

-        Decisamente le famose 7 ore di sonno dovevano essere il frutto della benefica terapia rappresentata da questo nostro blog, proprio come dicevi tu, perché il miracolo NON SI E’ RIPETUTO!!! Restando in attesa che i famosi globulini comincino a funzionare, spero che stanotte (cioè tra poco) si ripeta il benefico effetto della nostra terapia telematica.

 La mente comincia a vacillare, gli occhi a vederci triplo e le dita a incastrarsi nella tastiera… forse è il caso di andare a nanna (è l'1,45)… Buona notte e a presto…

Tua Stordita

P.S. Riguardo ai peli superflui, debbo dire che per il momento la situazione forestale mi sembra ancora sotto controllo, limitandosi a qualche peluzzo più lunghetto e scuro tra i baffetti. Comunque ho iniziato ad andar giù di crema decolorante… spero che i baffetti non diventino presto dei lunghi mustacchi BIONDI!!!


mercoledì 18 aprile 2012

Pensierino della sera

Cara Stordita

giusto per augurarti la buona notte, ti copio questa simpatica battuta che non so a chi attribuire, ma che circolava oggi su Facebook.
"If anyone is having a bad day, remember that today in 1976 Ronald Wayne sold is 10% stake in Apple for $800.
Now it's worth $ 58, 065,210,000"
Quindi, cara mia, consoliamoci!
ciao
tua Affranta

Di brufoli e baffetti

Cara Stordita

Inizio dall'ultima cosa letta, cioè dal fondo.
Sette-ore-di-sonno-sette meritano da parte mia un versamento di bile causa invidia, ma vorrei spezzare una lancia a nostro favore: non sono i globuli di quella robina li' omeopatica, che ti conciliano il sonno, bensi' la scrittura di queste missive che ci consentono di scaricare le nostre tensioni.

Detto cio' vorrei pregarti di non "gufare" sui martedi' 17. La mia giornata e' iniziata alle 6,30 su un magnifico regionale veloce dove cercavo tra trilli di cellulari e racconti vari dei mie vicini, di recuperare qualche minuto di sonno. Ero al minuto 1,30 del recupero quando una rampante con maxi bag  a tracolla  mi ha rifilato un uppercut in pieno zigomo per poi dileguarsi lungo il corridoio su un bel tacco 12. Ora, le rampanti trentenni con tacco 12 e maxi bag NON devono frequentare i regionali veloci: il loro posto è sul Frecciarossa. Punto e basta. I regionali veloci sono per il tacco basso, il mocassino triste e la tracolla old style portata di traverso sul cappotto.

Bene, passiamo al settore estetica. A brufoli in effetti non sto poi cosi' male. Diciamo che a volte fa la sua apparizione qualche piccola collinetta rossa, ma senza ghiacciaio, che scompare in poco tempo e si puo' perfino coprire con una buona dose di correttore. Comunque niente a che vedere con il classico mostro-proprio-stasera-che-devo-uscire che ha rovinato la mia vita dai 14 ai 45 anni.


Mi affligge invece la periodica comparsa di alcune nano-querce nell'area mento e labbro superiore, un po' come accade alla protagonista del nostro manifesto ideologico Mabel . Per la loro estirpazione ho già provato di tutto, comprese antiche e dolorosissime pratiche magiche che non hanno sortito alcun risultato. Quindi vado giù alla grande di pinzetta selvaggia.

Invece vorrei passare a robe serie: Stamattina leggevo questa notizia qui: Gli imprenditori over 70 superano i giovani manager  . Io vorrei che si mettessero d'accordo una volta per tutte: siamo o non siamo da rottamare? Perché se siamo da rottamare noi ci ritiriamo a far compagnia ai nostri ormoni a velocità razzo. Se invece siamo costrette a lavorare fino a settant'anni e più,  non rompeteci più le scatole che rubiamo posti ai giovani. Io non rubo un bel niente a nessuno e non "mieto vittime ai danni dei giovani imprenditori", è proprio che mi tocca lavorare ancora per mangiare.

Gentile Stordita, mi piacerebbe conoscere la Sua augusta opinione in merito.

Sua affezionatissima Affranta










lunedì 16 aprile 2012

Dei brufoli

Carissima Affranta,

dopo il tuo ultimo post molto illuminante, ho avuto la conferma a un mio dubbio: per noi in menopausa tutti i giorni sono dei venerdì 13; quindi, guardo dritto negli occhi il  prossimo martedì 17 che si avvicina e cerco di resistere, come resistiamo sempre tutte quante noi, nelle piccole-grandi battaglie quotidiane (e in ogni caso ho altre 9 falangette da chiudermi nelle porte…).

A proposito, ti voglio tranquillizzare. La mia unghia è un po’ dolorante (mi ricorda di continuo la sua esistenza) e livida (positivamente più tendente al rosso che al blu), ma è ancora al suo posto e ce la tratterrò con tutte le mie forze, dovessi usare un intero tubetto di Super Attak!!!

Esaurita la premessa, vengo al dunque.

Quando, non ricordo più in che epoca storica,  in presenza delle mie prime rughe coniai per me stessa il motto Dall’acne alle rughe, senza passaggi intermedi, non pensavo che in seguito l’avrei dovuto completare con il motto n. 2: Rughe e acne in contemporanea, senza sosta!!!

Ma come, una faticosamente arriva all’età della maturità, non ha più il dovere-piacere di riprodursi, e deve comunque sempre battagliare con i propri ormoni che si esprimono peggio di quando era adolescente! e quindi va bene, sopportiamo il caldo-freddo-caldo notturno e diurno, sopportiamo l’insonnia notturna, gli sbalzi d’umore, la minaccia dell’osteoporosi e altre amenità ginecologiche, ma PURE I BRUFOLI, NOOOOO!!!!!!!!!

All’acne “menopausale” non ero proprio preparata. Non che io abbia mai avuto una pelle del viso vellutata come una pesca (vedi il mio primo motto), ma io dico: MI SI STA PRENDENDO PER I FONDELLI??? Ormai ho le zampe di gallina e le borse sotto gli occhi, i solchi attorno alle labbra, le braccia flaccide, gli occhiali da presbite, e insomma, sono ormai quasi del tutto ANZIANA, ma ho i BRUFOLI come mia figlia quasi 15enne???????

Stamattina appena alzata, ad esempio, mi guardo nello specchio del bagno (dopo preventivo, quotidiano training autogeno per non spaventarmi da sola vedendo la mia terribile immagine riflessa), ed eccolo là il mostro: un Everest in miniatura, rossiccio e con tanto di “ghiacciaio” in cima,  che mi spunta sul lato sinistro del naso. E non è finita. Sulla guancia destra si erge un altro bubbone dolorante. Come li nascondo? E soprattutto DOVE MI NASCONDO? Quello che mi fa vergognare però, non è il brufolo in sé, quanto l’idea che io possa sembrare agli altri un “ibrido”, una che ancora non ha deciso da che parte stare: tra gli adolescenti o tra gli anziani… o meglio, una che vuol fare la giovincella...

Ma forse gli ormoni lo fanno apposta, è un loro trucco di alta psicologia per farci sentire un po’ più giovani (gli infidi) o per renderci un po’ più simpatica la vecchiaia, rugosissima ma almeno senza brufoli (spero)!!!

E tu a brufoli come sei messa? Hai qualche prezioso consiglio? Comunque, non ti spremere troppo le meningi: quando ero adolescente non sono riuscita a debellare l’acne giovanile, vuoi che ci riesca adesso con quella “menopausale”? Ormai sono senza speranza!

Eh, gli ormoni! Entità misteriose e pericolose ad ogni età…

E con questa bella massima, vista l'ora tarda, ti saluto. Chissà come trascorrerò la nottata. Giusto! Dimenticavo la grande novità: la notte scorsa sono andata a letto come al solito intorno a mezzanotte e ho dormito senza interruzioni fino alle 7,30, quando ha suonato la sveglia (sì, anche di domenica, perché le figlie dovevano andare a una riunione scout che iniziava alle 8,30, accidenti!): ti rendi conto che ho dormito ben 7 ore di seguito??? Possibile che a operare il miracolo siano stati i 5 globulini di Lachesis mutus che avevo preso in mattinata? Io nell’omeopatia ci credo abbastanza, ma un effetto così immediato non mi era ancora capitato e lo trovo quasi inquietante…
Vedremo stanotte… ti saprò dire senz’altro…


Buona notte, cara Affranta

Tua Stordita
P.S. Mi accorgo ora che sto postando che è già lunedì!

sabato 14 aprile 2012

Un normale venerdì 13

Cara Stordita
spero che la tua falange-falangetta si sia rimessa...
premesso che in questo periodo non distinguo un venerdì 13 da, diciamo, un martedì 15, perchè ogni giorno mi sembra una corsa a a ostacoli (saranno gli ormoni da menopausa? sarà l'invecchiamento? sarà...), il mio venerdì 13 è andato come passo a descriverti.

Mattinata che avrebbe dovuto essere di lavoro. Avrebbe perchè le continue interruzioni di venditori telefonici (nell'ordine: Vodafone, venditori di vacanze, venditori di surgelati, venditori di biglietti teatrali per beneficenza) hanno sortito l'effetto di far aumentare lo stress  a vertici stellari. Comunque, dopo una conferenza preannunciata come importante e rivelatasi una "sola" (nel senso che potevo starmene a casa e fare un bel copia-incolla del comunicato stampa, giacché tutti hanno letto quello che c'era scritto sui comunicati), mi sono beccata in sequenza:

pippone di figlia postadolescente  incazzata per motivi suoi ma, si sa, devi sempre ascoltare sennò sei una madre degenere;
corsa in auto sotto diluvio per recuperare gazebo in prestito, dal peso spropositato, da utilizzare per coprire un tavolo informativo da allestire nell'ambito di un mercatino in piazza che doveva tenersi oggi;
sosta in tipografia per controllare che il materiale da distribuire nel suddetto banchetto informativo fosse stato stampato (per fortuna lo era);
sistemazione e organizzazione dei turni di presenza al banchetto informativo per oggi;
telefonata di amico che mi chiede di scrivere in tempo reale una lettera da mandare a un tot di persone "tanto tu sei brava a scrivere, no?";
Immediata redazione della lettera per togliersi il fastidio;
Inizio preparazione cena: il venerdì come sai il frigo sembra la fiera dlla desolazione e quindi ho dovuto pure ingegnarmi con dei residuati.

Ora: dovresti chiederti perché sono qua a scriverti invece che a fare la post-suffragetta in piazza...
Perché ieri alle 18,00 (mentre redigevo la lettera in real time) mi è stato comunicato che la manifestazione prevista PER OGGI era annullata perchè le previsioni del tempo erano brutte. 

A questo punto telefono al gazebista, lo imploro di aspettarmi per la restituzione immediata del gazebo, mi catapulto sulla vettura, riattraverso la città in piena ora di punta sempre sotto pioggia battente, riconsegno il gazebo. Durante il tragitto A/R casa-gazebista effettuo una serie di telefonate per avvisare del non-evento e ogni persona mi racconta almeno un lustro della sua vita. Diciamo che avevo il tempo di ascoltare, date le chilometriche code ai semafori, epperò friggevo al pensiero della lunga lista di telefonate da fare (e altri racconti da ascoltare) che mi aspettava.

Dunque niente di grave: né infortuni, né disastri, quindi lo definirei perfettamente in linea con le altre tragicomiche giornate.

Per quanto riguarda il capitolo "I Trequarti e il dominio del telecomando", rimando ad altro post, perchè richiede una serie di approfondimenti psico-socio-antropologici che di sabato non voglio propinarti.

Tua Affranta
P.S. L'idea della musica in effetti l'avevo avuta anche io, ma non l'ho ancora testata sul campo. Ora mi ci applico.

venerdì 13 aprile 2012

Crederci o non crederci



 

Ehilà, mia carissima Affranta!

Innanzi tutto ti prego di notare l’incipit allegro e pimpante: come vedi, sto cercando in tutto e per tutto di mettere in pratica il tuo prezioso consiglio e quindi di oscillare il più possibile verso lo stato d’animo sereno-incosciente (che tra l’altro piace di più anche a me).


Ma mannaggia, doveva proprio esistere un dannato VENERDI’ 13???


Io non ci pensavo proprio; me lo ha ricordato stamattina la mia trasmissione radiofonica preferita, Il ruggito del coniglio di RAI Radio 2 (proporrei il nobel per la pace a Marco Presta e Antonello Dose: ascoltarli e ritrovare il buonumore, cioè il giusto senso delle cose e della vita – e quindi la pace - con loro è assicurato!): “Fate attenzione, preparatevi a brutte sorprese…”. Lo aveva ribadito lo speaker della radio sconosciuta che al supermercato ha allietato la mia frenetica e consueta spesa del venerdì per mia madre 88enne: “Eh, oggi è venerdì 13, ma per noi italiani il numero portasfortuna, si sa, è il 17, quindi potete stare un po’ più tranquilli, almeno fino a martedì prossimo…”. Ma io non ci ho voluto badare: ormai ho superato i 50 anni, razionalità ci vuole, razionalità, che sono ‘ste vecchie dicerie! Sì, vabbè, potrei anche andare a sbattere con la macchina mentre porto la spesa a destinazione dall’anziana genitrice, ma… e il famoso vaso che ti può cadere sulla testa in ogni momento quando ti trovi a camminare per la strada, dove lo mettiamo?

Così, dopo essermi auto-rassicurata, una volta uscita dal supermercato, con la vettura stracarica di buste e borsoni sono felicemente arrivata alla casa materna, senza manco trovare il solito imbottigliamento nel solito punto del tragitto (toh, ed è venerdì 13!) e  soprattutto senza neanche andare a sbattere! Arrivata, prendo le 5-6 sporte stracolme  (perché la spesa pesa così tanto!), le appoggio sbuffando sul pavimento dell’ascensore, e premo il tasto del 4° piano invece del 3° (acc.! Adesso col su-giù l’ascensore si blocca con me dentro, e io soffro leggermente di claustrofobia…), ma non succede nulla (Eh, razionalità ci vuole!!!). Trionfante di senso pratico, mi incollo (più o meno letteralmente) le numerose sporte, ed è lì che l’anta sinistra della porta dell’ascensore si richiude accostandosi all’anta destra con in mezzo la falangetta del MIO dito medio della MIA mano sinistra!!!!!!!!! Dolore, DOLORE, per causa stupida, che fa ancora più male (quando ti senti cretina, insomma, per esserti fatta male da sola…)!!!!!!! Suono il campanello (a dire il vero SCAMPANELLO A DISTESA), perché non ce la faccio a prendere le chiavi, e mia madre, ovviamente sempre 88enne, ci mette più del solito a venirmi ad aprire… intanto il dolore aumenta… comincio a battere i piedi e a tirare moccoli mentalmente (non vorrei che qualcuno mi sentisse)… poi finalmente la genitrice spalanca la porta con un sorriso, un “Ciao!”, e comincia a trascinare una sportona dal pianerottolo all’interno, come fa di solito, ostruendomi il passaggio… che faccio? La travolgo? Poi finalmente si sposta e io posso avere libero accesso al rubinetto della cucina e poi al ghiaccio, o meglio, alla fettina di carne congelata (“Il ghiaccio non c’è!”) che cerco di premermi alla bell’e meglio sull’unghia che intanto comincia a diventare viola…

Be’ roba da poco, come vedi riesco anche a scrivere al computer, ma il dito fa ancora male e pulsa un poco: spero soprattutto che l’unghia resista. Ricordo ancora con terrore quello che successe all’indice destro di mia madre quando mio padre glielo “chiuse” nello sportello della macchina: dito gonfissimo, unghia blu-notte e poi… ciao, ciao, cara unghia!!! Ero bambina, ma la cosa mi scioccò talmente da stentare a credere oggi che si sia trattato di una sola ed unica volta: la mia mente contorta ha invece replicato tante volte l’incidente, come se ad ogni viaggio in auto mio padre (sbadatissimo o decisamente sadico) si fosse divertito a “battezzare” le dita di mia madre!


Il bello poi è stato che quando sono tornata a casa mia e ho raccontato della mia piccola disavventura al marito e alle figlie, insinuando ironicamente qualche dubbio sulla certezza della razionalità rispetto alla potenza della sfiga, il commento del mio razionalissimo “Trequarti” è stato il seguente: “Ma quale venerdì 13! Con te è sempre venerdì 13! Tu ti fai male in questo modo (sottotesto: = stupido) tutti i giorni!!!!!!”. Che je dovevo di’??? Il dramma è che ha pure ragione! A parte le volte in cui abitualmente mi mordo a sangue la lingua mentre mangio (troppa avidità?), mi capitano di frequente anche piccoli incidenti domestici, come sabato scorso, quando mi sono affettata l’indice, sempre della mano sinistra (che ci sia un significato recondito?), mentre tagliavo la carota per il risotto “primaverile” (asparagi e pisellini: bbbooono!!!).

Boh, chissà cosa succederà MARTEDI’ 17…


Basta, cambiamo decisamente argomento.


Accidenti, che vita notturna frenetica pratica la popolazione femminile in età “menopausale”!!! E che fantasia! da vere disperate quali siamo!


Devo precisare però che per me uno dei tuoi preziosi consigli si è già rivelato fallimentare, purtroppo. Infatti, all’incirca un anno fa, quando il piacevole fenomeno che ci accomuna è iniziato e davo da “stordita” la colpa del caldo-caldo al piumone (e il mio “Trequarti” per altro mi diceva che lui no, non aveva caldo di notte, ma io non gli davo affidamento, perché è notorio quanto sia freddoloso), ho provato zitta zitta a traslocare sul divano per guardare la TV, ma ho ottenuto soltanto delle lunghissime veglie notturne a guardare film su film, anche i più cretini, fino all’alba (giuro!), col risultato di trasformarmi in un orrido zombi per tutta la giornata seguente, alternando sbadigli tipo raglio a ringhi di nervosismo puro. E tutto sai perché? Ma per il sacrosanto e unico piacere di potermi finalmente godere lo schermo DA SOLA, in santa pace, senza dovermi sorbire cartoni giapponesi e serial-telenovelas a dir poco demenziali  selezionati dalle figlie adolescenti, o subire le caustiche critiche a gogò del “Trequarti”, il quale, visto che TV e computer fisso sono tutt’e due nel soggiorno, mi dice sempre “Guarda quello che vuoi, che tanto a me, lo sai, non interessa mai la TV, e poi ho da fare qui al computer!”, e dopo, non so com’è, non perde MAI una battuta di quello che guardo, e critica, ad alta voce e di continuo! Quindi, per riguardo alla mia salute fisica e mentale, ho dovuto escludere gli appuntamenti notturni con la TV dal divano come terapia anti-insonnia (ma ogni tanto, qualche bel filmetto me lo sparo lo stesso!).


Invece posso aggiungere un altro rimedio alla tua lista.

Sul mio iPOD ho creato una cartella relax dove ho scaricato musica dal ritmo lento e rilassante, soprattutto classica e new age, dal Canone in D maggiore di Johann Pachelbel, a quasi tutto il repertorio di Enia (ce n’è una col rumore delle onde), da Rumer (slow) a Norah Jones. Quando mi sveglio e mi sento particolarmente “vispa”, cioè sull'agitato-spinto, mi infilo gli auricolari dell’iPOD nelle orecchie e seleziono relax. Ovviamente non sono ancora riuscita a prendere sonno in questo modo, ma almeno mi rilasso un po’ e risparmio gli occhietti miopi, sempre troppo provati dalle prolungatissime letture diurne e soprattutto notturne. Ah, attenzione però a non cadere nella tentazione di ascoltare altri generi come rock o heavy metal, perché allora sarebbe garantito il passaggio dall'agitato-spinto all'agitatissimo-con-super-brio! e attenzione a non inserire nella cartella relax canzoni sbagliate: a me è successo, e il passaggio traumatico dalle nenie di Enia al ritmo concitato di Ligabue ha rovinato in un attimo quel senso di galleggiamento benefico che ero riuscita faticosamente a costruirmi... 


In ogni caso, visto che siamo così in tante a star sveglie in menopausa, non potremmo sentirci per telefono, che ne so, organizzare delle riunioni telefoniche notturne… ok, basta così, sto delirando… 


Ma caspita, che ore sono?

 Urge andare a preparare la cena: coniglio alla cacciatora, se faccio in tempo, altrimenti un bel digiuno salutare! Scherzo, mica voglio che mi prendano a morsi per la fame!!! Scappo!


A presto. Ah, fammi sapere del tuo venerdì 13! ciao!

                                                                                                                   Tua Stordita

giovedì 12 aprile 2012

Dell'insonnia notturna

Carissima Stordita!

ieri è stata una giornata campale con viaggio a/r su regionale "veloce" che su un tragitto di un'ora ha accumulato, sia all'andata che al ritorno, 20 minuti. Il che corrisponde al 33,33 periodico % netto di tempo di percorrenza in più.

Quindi tralascio di rispondere alla parte riguardante l'Attempata Disoccupata, giacché oggi mi rattrista troppo. Consiglio naturalmente almeno una bella settimana di oscillazione verso il sereno-incosciente che non verso il depresso-colpevolista. Prometto che commenterò quando non avrò Saturno contro (cioè sempre, da un lustro a questa parte...)

E allora: benvenuta nel variegato mondo dell'insonnia notturna da menopausa, che si contraddistingue per cupi pensieri e ricordi che avrebbero già dovuto esser da tempo rimossi.
Dunque vorrei consolarti: la mia media è di 2-4. Il caldo-freddo-caldo con gli anni è leggermente migliorato - anche con l'aiuto degli isoflavoni di soja. Di solito alla quarta volta cedo, mi alzo, trasferisco libri, giornali e riviste, occhiali, luce per la lettura notturna (per non dar fastidio al TREQUARTI, ovvio) sul divano. Da una rapida indagine pare il trasloco sia l'unica soluzione, dato che il Trequarti, anche ripetutamente sollecitato con tutti i trucchi di cui ho letto e di cui ho sentito parlare nelle innumerevoli conferenze di medicina naturale e alternativa, continua a fare lo stesso rumore di una Ferrari alla partenza del Gran Prix, ma senza, ovviamente, la stessa verve.

Stordita mia, ti dò una brutta notizia: finchè non si schiodano da casa i figli e tu con un'abile manovra ti impossessi del loro letto e della loro stanza nel momento stesso in cui annunciano l'abbandono del nido, il temporaneo trasloco-su-divano è l'unica soluzione.

Una volta eseguito con passo felpatissimo il trasferimento sul divano si aprono varie opportunità corrispondenti a diverse scuole di pensiero; tutte hanno per scopo il riaddormentamento, speculando perfino sui minuti ("se ce la faccio dormo ancora un'ora e 5 minuti prima della sveglia"). Eccone alcune:
  • guardare i film notturni sulla Rai (che quelli belli li trasmette solo alle due di notte);
  • guardare un DVD, ma bisogna averne una sana collezione;
  • affondare il naso nel libro di cui prima di addormentarti leggi a mala pena tre righe prima di crollare dal sonno;
  • sfogliare l'ultimo numero di Vanity Fair: se rimani sulle prime pagine e non ti addentri nelle interviste fiume ai vipponi, ci son tante notiziole, anche curiose e se ti va bene qualcuna puoi pure ricordartela il giorno dopo;
  • abbonarti a tutti i siti di news ammmmericani e consultarli con apposite app sul tuo smartphone (se non sai cosa sono le app scrivimi, ti terrò una lezioncina al riguardo...). La mattina dopo te la puoi tirare un bel po': "ohibò, leggevo stanotte sulla Reuters che Santorum ha abbandonato la campagna elettorale in favore di Romney". Puoi anche buttarti su qualcosa di più gossipparo: "Perdincibacco, ma lo sai che Scarlett Johannson ha perso dieci chili con la dieta della cipolla fritta. Lo leggevo stanotte sull'Hollywood Report". Robe così, insomma.
  • giocare, sempre con lo smartphone, a degli orrendi (e altrimenti ultranoiosi e ripetitivi in qualsiasi altro orario che non sia le due di notte) giochini, per giocare i quali devi metterti gli occhiali per visione ravvicinata.

Per dovere di informazione cito anche ispirazioni di amiche varie:

  • spararsi un paio di asana yoga (però bisogna aver fatto un corso);
  • tenere sempre a portata di mano un arazzo da confezionare pazientemente a punto croce (anche altri punti vanno bene, è che il punto croce lo sanno fare proprio tutti...);
  • una mia amica ha risolto tutti i suoi problemi con il sudoku. All'obiezione "sì ma se poi non ti viene?" ha risposto "echissenefrega? mica te l'ha prescritto il medico che devi finirlo???"

Sempre per dovere di informazione cito cosa NON si dovrebbe mai fare: accendere il computer. Perché accendi il computer, poi cedi alla tentazione di leggere la posta e SICURAMENTE ci sarà una email che non ti farà riprendere sonno.

Ora cara Stordita ti lascio. Vado ad approntare una gustosa crema di carote visto che fuori diluvia e fa freddo e le zuppe son tanto comfort food (l'ho letto di notte, su un sito di ricette americano...). Consiglio un giro di globulini omeopatici.

A presto

tua Affranta


mercoledì 11 aprile 2012

Incubi diurni e notturni


Carissima Affranta,

capita anche a te di svegliarti quelle 2-4 volte per notte (e mi va anche bene: una mia amica più giovane di 4 anni viaggia a una media di 6-8!!!) in preda al caldo-freddo-caldo e al bisogno impellente di andare in bagno, proprio come alla nostra Mabel? Immagino di sì. E allora ti capiterà anche di non riuscire a riaddormentarti, di provare a leggere per farti venire sonno, di non riuscirci, di provare a spegnere la luce e di ritrovarti quindi a girarti e rigirarti nel letto in preda ai pensieri più angosciosi e nefasti, mentre il tuo dolce “Trequarti” (chiamarlo “Metà” è riduttivo) ronfa che è un piacere (per poi lamentarsi al mattino: “Stanotte non sono proprio riuscito a chiudere occhio!”. E io: “Strano. Mentre io ero sveglia, tu dormivi, anzi, russavi!”. E lui: “Ah sì? Beh, comunque non ho riposato, proprio come se non avessi dormito…”. NO COMMENT).

Ebbene, tra le tragiche elucubrazioni della notte scorsa, mi è venuto in mente di quando, nel gennaio scorso, armata di tutto il mio coraggio di ATTEMPATA DISOCCUPATA, sono andata nuovamente a iscrivermi all’ufficio di collocamento, o come diavolo si chiama adesso, tanto il succo non cambia, purtroppo! Non che sperassi in qualche chiamata, figurati, non sono così tanto Alice nel Paese delle meraviglie, ma una mamma amica mi aveva fatto balenare una remota possibilità di lavoro che richiedeva lo stato di disoccupazione (possibilità in seguito naufragata, che te lo sto a dire, a causa della crisi!). Comunque è stata un’esperienza edificante, senz’altro istruttiva (per non deprimermi, ultimamente sto cercando di trarre “insegnamenti” anche dalle esperienze negative: uno dei miei trucchi di sopravvivenza!).

A parte l’ubicazione non irraggiungibile, ma sempre a dimensione DISUMANA (Roma nord-ovest, zona popolare edificata secondo criteri urbanistici “moderni”: una decina di grattacieli grigi, collegati l’uno all’altro da scatoloni bassi e lunghi, ma sempre grigi e con tanti panni stesi, stile Napoli, ma soprattutto senza servizi vicini. La classica “cattedrale nel deserto”, insomma), a parte la solita inefficienza italico-romana dell’ufficio (capisci quello che devi fare e a chi ti devi rivolgere dopo un 20 minuti circa e soprattutto solo col passaparola; hai ben 30 numeri davanti; capisci che non ti conviene aprire il libro che ti sei portata dietro per ingannare la prevedibile attesa, perché il “numeratore” elettronico è rotto, te pareva!, e quindi devi fare attenzione da sola al ritmo di chiamata e soprattutto devi stare lì, tutta tesa, a far la guardia perché si sa che c’è sempre chi ti vuole fregare il posto... uno stress...), insomma, a parte tutto ciò e tutte le considerazioni sul come e perché anch’io ero finita in quel girone dantesco, quello che più mi aveva “stordito” era stato vedere lì tante persone (anche più vecchie di me) "normali" (cioè vestite bene, distinte, ecc.), che dicevano di essere state appena licenziate o di essere state costrette a licenziarsi per non subire condizioni di sfruttamento o altro. Dopo un’ora e mezza abbondanti era poi arrivato anche il mio turno tanto sospirato, e alla mia domanda: “Ma c’è sempre così tanta gente? E’ uno degli effetti della crisi?”, l’impiegata aveva risposto che sì, gennaio era tradizionalmente un mese di scadenze di contratti e quindi di aumento di richieste di lavoro, ma che comunque i licenziamenti e la mobilità erano aumentati molto negli ultimi 4 mesi, perché (novità assoluta) avevano cominciato a riguardare anche le grosse aziende... capito???
Boh, che schifo di periodo, davvero, e in tutti i sensi! Speriamo di uscirne al meglio... Io sono sempre tra il depresso-colpevolista (dovevo fare così e non colì, ho sbagliato tutto...) e il sereno-incosciente (non moriamo di fame, qualcosa salterà fuori-perché-me-lo-merito...): AIUTO!!!!!!!!!

E chissà come andrà stanotte… chissà quali altri pensieri mi tortureranno… E se provassi con un bel libro palloso? Boh… debbo proprio tornare ai miei globulini omeopatici…

E tu come stai, come te la passi? A presto

                                                                                                                                        Tua Stordita

domenica 8 aprile 2012

Siamo così

Eccoci. Siamo un po' così. Perennemente stanche, a volte un tantino arrabbiate. Ci destreggiamo tra figli adolescenti e postadolescenti, mamme anziane ben presenti, mariti in andropausa. Ma resistiamo.

Proprio come Mabel, la protagonista di Mabel's Saga, che decide di riprendersi la vita prima di cedere agli estrogeni...