Ehilà, mia carissima Affranta!
Innanzi tutto ti prego di notare
l’
incipit allegro e pimpante: come
vedi, sto cercando in tutto e per tutto di mettere in pratica il tuo prezioso
consiglio e quindi di oscillare il più possibile verso lo stato d’animo
sereno-incosciente (che tra l’altro
piace di più anche a me).
Ma mannaggia, doveva proprio
esistere un dannato
VENERDI’ 13???
Io non ci pensavo proprio; me lo
ha ricordato stamattina la mia trasmissione radiofonica preferita,
Il ruggito del
coniglio di RAI Radio 2 (proporrei il nobel per la pace a Marco
Presta e Antonello Dose: ascoltarli e ritrovare il buonumore, cioè il giusto
senso delle cose e della vita – e quindi la pace - con loro è assicurato!): “Fate
attenzione, preparatevi a brutte sorprese…”. Lo aveva ribadito lo speaker della
radio sconosciuta che al supermercato ha allietato la mia frenetica e consueta spesa del
venerdì per mia madre 88enne: “Eh, oggi è venerdì 13, ma per noi italiani il
numero portasfortuna, si sa, è il 17, quindi potete stare un po’ più
tranquilli, almeno fino a martedì prossimo…”. Ma io non ci ho voluto badare:
ormai ho superato i 50 anni, razionalità ci vuole, razionalità, che sono
‘ste vecchie dicerie! Sì, vabbè, potrei anche andare a sbattere con la macchina
mentre porto la spesa a destinazione dall’anziana genitrice, ma… e il famoso
vaso che ti può cadere sulla testa in ogni momento quando ti trovi a camminare
per la strada, dove lo mettiamo?
Così, dopo essermi
auto-rassicurata, una volta uscita dal supermercato, con la vettura stracarica di buste e
borsoni sono felicemente arrivata alla casa materna, senza manco trovare il
solito imbottigliamento nel solito punto del tragitto (toh, ed è venerdì 13!) e
soprattutto senza neanche andare a sbattere! Arrivata, prendo le 5-6 sporte
stracolme (perché la spesa pesa così tanto!), le appoggio sbuffando sul
pavimento dell’ascensore, e premo il tasto del 4° piano invece del 3° (acc.! Adesso col su-giù l’ascensore si
blocca con me dentro, e io soffro leggermente di claustrofobia…), ma non
succede nulla (Eh, razionalità ci
vuole!!!). Trionfante di senso pratico, mi incollo (più o meno
letteralmente) le numerose sporte, ed è lì che l’anta sinistra della porta
dell’ascensore si richiude accostandosi all’anta destra con in mezzo la
falangetta del MIO dito medio della MIA mano sinistra!!!!!!!!! Dolore, DOLORE, per causa stupida, che fa
ancora più male (quando ti senti cretina, insomma, per esserti fatta male da
sola…)!!!!!!! Suono il campanello (a dire il vero SCAMPANELLO A DISTESA), perché non ce la faccio a prendere le
chiavi, e mia madre, ovviamente sempre 88enne, ci mette più del solito a
venirmi ad aprire… intanto il dolore aumenta… comincio a battere i piedi e a
tirare moccoli mentalmente (non vorrei
che qualcuno mi sentisse)… poi finalmente la genitrice spalanca la porta
con un sorriso, un “Ciao!”, e comincia a trascinare una sportona dal
pianerottolo all’interno, come fa di solito, ostruendomi il passaggio… che faccio? La travolgo? Poi finalmente
si sposta e io posso avere libero accesso al rubinetto della cucina e poi al
ghiaccio, o meglio, alla fettina di carne congelata (“Il ghiaccio non c’è!”)
che cerco di premermi alla bell’e meglio sull’unghia che intanto comincia a
diventare viola…
Be’ roba da poco, come vedi riesco
anche a scrivere al computer, ma il dito fa ancora male e pulsa un poco: spero
soprattutto che l’unghia resista. Ricordo ancora con terrore quello che
successe all’indice destro di mia madre quando mio padre glielo “chiuse” nello
sportello della macchina: dito gonfissimo, unghia blu-notte e poi… ciao, ciao,
cara unghia!!! Ero bambina, ma la cosa mi scioccò talmente da stentare a
credere oggi che si sia trattato di una sola ed unica volta: la mia mente
contorta ha invece replicato tante volte l’incidente, come se ad ogni viaggio in auto
mio padre (sbadatissimo o decisamente sadico) si fosse divertito a “battezzare”
le dita di mia madre!
Il bello poi è stato che quando sono
tornata a casa mia e ho raccontato della mia piccola disavventura al marito e
alle figlie, insinuando ironicamente qualche dubbio sulla certezza della
razionalità rispetto alla potenza della sfiga, il commento del mio razionalissimo
“Trequarti”
è stato il seguente: “Ma quale venerdì 13! Con te è sempre venerdì 13! Tu ti
fai male in questo modo (
sottotesto: =
stupido) tutti i giorni!!!!!!”.
Che je dovevo di’??? Il dramma è che ha pure
ragione! A parte le volte in cui abitualmente mi mordo a sangue la lingua mentre
mangio (troppa avidità?), mi capitano di frequente
anche piccoli incidenti domestici, come sabato scorso, quando mi sono affettata
l’indice, sempre della mano sinistra (
che ci sia un significato recondito?),
mentre tagliavo la carota per il risotto “primaverile” (asparagi e pisellini:
bbbooono!!!).
Boh, chissà cosa succederà MARTEDI’ 17…
Basta, cambiamo decisamente argomento.
Accidenti, che vita notturna frenetica pratica la
popolazione femminile in età “menopausale”!!! E che fantasia! da vere disperate
quali siamo!
Devo precisare però che per me uno dei tuoi preziosi
consigli si è già rivelato fallimentare, purtroppo. Infatti, all’incirca un
anno fa, quando il piacevole fenomeno che ci accomuna è iniziato e davo da
“stordita” la
colpa del caldo-caldo al piumone (e il mio
“Trequarti” per altro mi diceva che lui no, non
aveva caldo di notte, ma io non gli davo affidamento, perché è notorio quanto
sia freddoloso), ho provato zitta zitta a traslocare sul divano per guardare
la TV, ma ho ottenuto soltanto
delle lunghissime veglie notturne a guardare film su film, anche i più cretini,
fino all’alba (
giuro!), col risultato
di trasformarmi in un orrido zombi per tutta la giornata seguente, alternando
sbadigli tipo raglio a ringhi di nervosismo puro. E tutto sai perché? Ma per il
sacrosanto e unico piacere di potermi finalmente godere lo schermo
DA SOLA, in santa pace, senza dovermi
sorbire cartoni giapponesi e serial-telenovelas a dir poco demenziali
selezionati dalle
figlie adolescenti, o
subire le caustiche critiche a gogò del
“Trequarti”, il quale, visto che TV e computer
fisso sono tutt’e due nel soggiorno, mi dice sempre “Guarda quello che vuoi,
che tanto a me, lo sai, non interessa mai
la
TV, e poi ho da fare qui al computer!”, e dopo, non so
com’è, non perde
MAI una battuta di
quello che guardo, e critica, ad alta voce e di continuo! Quindi, per riguardo
alla mia salute fisica e mentale, ho dovuto escludere gli appuntamenti notturni
con
la TV dal
divano come terapia anti-insonnia (ma ogni tanto, qualche bel filmetto me lo
sparo lo stesso!).
Invece posso aggiungere un altro rimedio alla tua lista.
Sul mio iPOD ho creato una cartella relax dove ho scaricato musica dal ritmo lento e rilassante, soprattutto
classica e new age, dal Canone in D
maggiore di Johann Pachelbel, a quasi tutto il repertorio di Enia (ce n’è
una col rumore delle onde), da Rumer (slow) a Norah Jones. Quando mi sveglio e
mi sento particolarmente “vispa”, cioè sull'agitato-spinto, mi infilo gli auricolari
dell’iPOD nelle orecchie e seleziono relax.
Ovviamente non sono ancora riuscita a prendere sonno in questo modo, ma almeno
mi rilasso un po’ e risparmio gli occhietti miopi, sempre troppo provati dalle
prolungatissime letture diurne e soprattutto notturne. Ah, attenzione però a non cadere nella tentazione di ascoltare altri generi come rock o heavy metal, perché allora sarebbe garantito il passaggio dall'agitato-spinto all'agitatissimo-con-super-brio! e attenzione a non inserire nella cartella relax canzoni sbagliate: a me è successo, e il passaggio traumatico dalle nenie di Enia al ritmo concitato di Ligabue ha rovinato in un attimo quel senso di galleggiamento benefico che ero riuscita faticosamente a costruirmi...
In ogni caso, visto che siamo così in tante a star sveglie in menopausa,
non potremmo sentirci per telefono, che ne so, organizzare delle riunioni telefoniche
notturne… ok, basta così, sto delirando…
Ma caspita, che ore sono?
Urge andare a
preparare la cena: coniglio alla cacciatora, se faccio in tempo, altrimenti un
bel digiuno salutare! Scherzo, mica voglio che mi prendano a morsi per la
fame!!! Scappo!
A presto. Ah, fammi sapere del tuo venerdì 13! ciao!
Tua Stordita