mercoledì 10 ottobre 2012

Tra autostima e sensi di colpa (post serissimo)


Accidenti, Affry,

così mi hai decisamente colpita e affondata… già ero ridotta lì, semisvenuta, nel vedere ben due tuoi post (dico: due!) nel giro di tre giorni; poi con le argomentazioni ironico-devastanti del tuo ultimo post (e soprattutto del link riportato dal suddetto) mi hai definitivamente abbattuta. Però prima apro una parentesi: dal momento che anch’io ho trovato il blog di Stefano Ventura http://www.nonsonosigmund.it/ molto, ma moooolto interessante sia per argomento che per approccio, che ne diresti se lo inserissimo tre le nostre letture preferite? Merita senz'altro!!!

Chiusa la parentesi, vado a narrarti le mie impressioni su Istruzioni per allevare bambini infelici,

Prima di tutto sono rimasta folgorata dalla constatazione che, avendo prodotto solo ben due figlie femmine (15 e 12 anni),  mi sono conquistata la non remota possibilità di fare di entrambe delle depresse, cioè di fare l’en plein… che bello!

Che ti debbo dire, una ce la mette tutta a fare la mamma buona e giusta, a fare tesoro delle passate esperienze con i propri genitori, soprattutto nella speranza di non ripetere i loro errori, fatti in nome dell’amore, per carità, ma sempre errori. Mia madre, per esempio, non mi ha mai, dico MAI gratificata per qualcosa che non fosse lo studio (per il quale ho sempre fatto il mio dovere senza sforzi particolari), e sai perché? Me lo ha confessato solo qualche tempo fa: ma per non viziarmi, per non farmi montare la testa, per non farmi illudere di essere chissà che cosa!!! Ma così, questo atteggiamento, associato alla ricorrente esclamazione: “Lascia stare, lascia perdere, faccio io, tanto tu non sei capace a fare niente!”, poteva fare di me una persona sicura di sé? Con una base del genere potevo forse diventare  una persona aperta agli altri, fiduciosa, sicura delle proprie capacità? Ma certo che no!!! E dopo ce ne ho messo del tempo per rinforzarmi, per irrobustirmi, per riuscire a credere in me stessa; e anche adesso, ormai over 50 e inoccupata (o casalinga coatta, come preferisco dire), mi capita a volte di affacciarmi di nuovo sull’abisso delle mie incapacità, o delle mie capacità inespresse, come le vuoi chiamare. Ovviamente ho imparato da poco e sto imparando sempre più a volermi bene, come dice giustamente Stefano, a guardare più spesso a quello che ho fatto di bene invece di pensare solo a quello che avrei potuto fare o essere; insomma, ho intrapreso da poco la difficile, ma illuminante strada dell’autostima, anche perché non voglio che le mie figlie abbiano di me solo l’esempio femminile frustrato, che neanche mi corrisponde del tutto, tra l’altro.  
E allora ovviamente, onde evitare di farne due insicure sfiduciate, le gratifico sempre tanto quando se lo meritano ("Brava! Benissimo!!"), sia riguardo allo studio che a qualsiasi altra cosa si mettano a fare, come mi guardo bene dal dar loro delle incapaci, limitandomi a dire: “Aspetta, ti faccio solo vedere come si fa e poi lo fai tu da sola”.

Riguardo poi alla differenza tra comportamento sbagliato ed essere sbagliati, mi sono accorta della questione soltanto recentemente. La figlia piccola, dal temperamento tragico, spesso se ne esce con l’esclamazione: “Quanto sono idiota, sono proprio un’idiota totale, mi ammazzzzzerei!!!”. E da chi ha preso questo atteggiamento? Ma da me, è chiaro, che me ne esco sempre con: “Quanto sono scema! Che demente che sono!”. Mi sono analizzata: quale messaggio ho lanciato così? Che ho fatto una stupidaggine e quindi che sono una stupida, of corse!!! Ma ho capito e mi sto correggendo, perché una cosa è il comportamento sbagliato, la scempiaggine che ogni tanto, com’è naturale, si fa, e un’altra è l’essere stupidi, perché la stupidità non è la conseguenza diretta di un errore commesso. Speriamo che la mia piccola “spugna” dodicenne recepisca la differenza e l’importanza della correzione e riesca a cambiare atteggiamento…

Una cosa comunque vorrei capirla (chissà se Stefano è in ascolto): come mai certi errori dei nostri genitori riusciamo da genitori a correggerli con una relativa facilità (vedi sopra), mentre altri continuiamo a ripeterli pur sapendoli sbagliati? Per esempio, perché pur odiando i rimproveri urlanti e isterici di mia madre (sempre lei!), a volte mi ritrovo a urlare da isterica verso le mie figlie proprio come faceva lei? Forse perché tutto sommato sono sempre i modelli che abbiamo avuto nella nostra infanzia a prevalere? Tutta colpa dell’imprinting???

Boh, certo è che è proprio un mestiere difficile, e chi non si sente portato fa bene secondo me a starne alla larga, per il bene suo e degli eventuali figli.

Accidenti, ma che post seriosisssssimo mi è venuto fuori!!! Scusami, ma avendo due figlie (femmine) e per giunta adolescenti, come dire, ho trovato l’argomento a dir poco stimolante. Comunque, adesso che so di poter avere sulla coscienza anche l’eventuale futuro stato depressivo delle mie figlie, mi sento molto meglio riguardo ai sensi di colpa, ahhh, come mi sento meglio!!! Per non parlare degli altri errori che ho senz’altro commesso e di cui non sono consapevole: guarda, già che ci sono, mi sento in colpa in anticipo anche di quelli!…

Scherzi a parte, finora è stato relativamente facile tirare su due figlie, ma adesso che sono adolescenti, il gioco comincia a farsi più duro, anche se per il momento non ci sono state grosse necessità di cuorcarle a mazzate, come dici tu. In ogni caso, sia io che il Trequarti siamo pronti: i sorci verdi sono sempre dietro l’angolo, pronti a farsi vedere, si sa!
E con questa immagine ricolma di speranza e ottimismo, ti saluto. A presto
                                                                                                                              Tua Stordita
                                                                fonte immagine: il web
                                                                                   
                                       

2 commenti:

  1. Cara Stordita,
    sì sono in ascolto e provo a rispondere al tuo dubbio. Senti anche altre campane, mi raccomando! nessuno ha la verità in tasca ...
    Anche se tendiamo a "copiare" i comportamenti dei nostri genitori, tendiamo molto di più a rispondere complementarmente alla loro disposizione nei confronti della vita. Mi spiego: che cosa provi e pensi quando urli isterica? in quali circostanze? Scommetto che è esattamente quello che provava e pensava tua madre nelle stesse situazioni. In quelle situazioni hai capito qualcosa su come va interpretata quella situazione, sul significato che questa ha. A esempio: non ho messo i calzini nella cesta, mia madre urla che "non sono la tua serva!" , ne deduco che lei era umiliata, che la risposta adeguata all'umiliazione è urlare istericamente, e che quando qualcuno fa qualcosa che non approvo in realtà mi vuole umiliare, per questo devo reagire come mosso da lesa maestà... Così apprendo sentimenti, comportamenti, pensieri ossia mi costruisco un significato rispetto alla situazione che nove volte su dieci è lo stesso di quello di mammà (o papà). Perché certe volte non succede? Ottima domanda! Perché ciascuno di noi cambia un pò e sopratutto è in grado di riflettere sulle sue motivazioni e le sue reazioni. Qualcuno con un po' più di competenza emotiva, può ragionare dicendosi "Lasciare i calzini per terra non è un atto di umiliazione voltonaria, mia madre ha esagerato". E così si cambia. E lo si può fare sempre nella propria vita.

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  2. Carissimo Stefano,
    intanto un GRAZIE enorme per la tua risposta e la tua disponibilità. Scusa se ti scrivo con un po' di ritardo, ma il fatto è che mi hai dato da riflettere (e ne sono ben contenta).
    Ho capito che mentre mi è risultato più facile e spontaneo cambiare atteggiamento rispetto all'esempio genitoriale su altre cose, riguardo a questo comportamento "isterico" invece non ho mai avuto la vera intenzione di cambiarlo, pur criticandolo tanto: perché?
    E' vero, una madre frustrata mi ha educata a rispondere istericamente alle frustrazioni/umiliazioni, così pian piano sono stata abituata a pensare che in questi casi è sempre quello che fa la voce più grossa a risultare più forte. Ma non è così, si tratta solo di una reazione esagerata, come dici tu. E inoltre non esiste quest'unico e solo modo di reagire...
    Capire il perché dei propri comportamenti sbagliati, diventarne consapevoli, come per tutte le cose, ci dà la possibilità di cambiare e di vivere più serenamente. Per non parlare dell'esempio che diamo ai nostri figli: avere due figlie depresse e per di più isteriche, non mi piacerebbe per niente, quindi spero di essere ancora in tempo per correre ai ripari!!!
    Grazie ancora e alla prossima!
    P.S.: Ancora complimenti per il tuo blog http://www.nonsonosigmund.it/: hai visto che lo abbiamo inserito tra le nostre letture?

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