Eccoci qui, finalmente si
ricomincia anche a scrivere, cara la mia Affranta!
L’estate è passata, le vacanze anche, così come i loro benefici influssi: addio passeggiate al fresco tra abeti e mirtilli della Repubblica Ceca, addio tante cose belle da vedere, addio cene luculliane e appetitose in pittoresche trattorie, addio bevute di ottima birra, addio belle dormite sotto il piumino! Ma soprattutto, addio tranquillità d’animo e di pensiero!!!
Appena ritornata, mi sono dovuta rituffare subito nei vecchi ritmi quotidiani e nelle solite ansie (che ovviamente durante la pausa vacanziera non si sono risolte da sole, magaaaaari!!!). Non ti nascondo che se ho tardato fino adesso a scrivere è stato perché stavo già annaspando nel mare magno delle mie angosce esistenziali e non, delle mie preoccupazioni di varia natura e specie di madre-moglie-figlia. Poi, un paio di giorni fa, qualcuno mi ha ricordato l’adorabile film Pomodori verdi fritti (ho letto anche il godibilissimo romanzo) e improvvisamente ho deciso di darmi una mossa (come si dice da queste parti) nel fisico e nel morale al grido di “TOWANDA!!!”, e così ho cominciato a scrollarmi via di dosso tutti quei pensieri negativi che rischiavano di deprimermi. Ancora non ho risolto nulla, ma almeno ho cominciato a vedere le cose da un’altra prospettiva, quella combattente, attiva, vincente, e già questo mi ha aiutato. Quindi: “TOWANDA!!!”.
In vacanza, comunque, ho vissuto un’esperienza che vorrei sottoporre al tuo giudizio, cercando conforto. Millequattrocento km ad andare e millequattrocento km a tornare, più un sacco di spostamenti sul posto. Nella Repubblica Ceca. In macchina. Il Trequarti sempre alla guida (dice che io vado troppo piano, che con me non si arrivrebbe mai a destinazione), una guida molto sicura, padrona di sé, coscienziosa, vigile e attenta, ma… veloce, TANTO veloce… che non conosce lo scalare di marcia, la decelerazione lenta, dolce… che filando in autostrada prevede lo stare attaccati alla macchina che ci precede per poi schizzare improvvisamente a sinistra nella corsia di sorpasso appena un’altra vettura ha finito (o quasi) di superarci… insomma, una guida attenta, ma velocissima e tanto “fluida”, senza decelerazioni, proprio come quando in TV trasmettono un gran premio di Formula 1 e c’è la ripresa dalla telecamera montata a bordo della Ferrari di Alonso. Stessa sensazione, stesso effetto. Cioè, per me un vero e proprio INCUBO: paura, terrore, cuore in tumulto, rischio d’infarto. Il bello è che non riesco a calmarmi, né a chiudere gli occhi e cercare di dormire. E poi, tutti quei TIR in autostrada, uno attaccato all’altro, così grossi e infìdi! La cosa peggiore è che sono diventata quasi come mia madre, che in viaggio pregava in continuazione mio padre di frenare, anzi, di fermarsi addirittura, almeno a venti metri dalla macchina davanti, e si dimenava in continuazione sul sedile in preda al panico. E io la trovavo così ridicola, così poco fiduciosa in mio padre, così poco carina nei suoi confronti!!! E ora io sono come lei!!! Nota che non ho mai avuto paura in macchina con altri alla guida; poi appena sono diventata madre, qualcosa è cambiato, forse per esagerato senso di responsabilità, ma ora… ora sto proprio esagerando!!!
Forse è la menopausa anche qui? L’approssimarsi della vecchiaia che ci rende più paurose e fragili? Non lo so. Certo, il Trequarti (che sa quello che provo) potrebbe anche andare un po’ più tranquillino, ma il problema comunque è mio, è legato alle mie ansie, lo so, e lo vorrei tanto risolvere. Ho provato con l’autosuggestione, ma ho fallito miseramente (“Io non ho paura. Perché dovrei avere paura? Che motivo c’è? Io mi fido della guida dello Speedy-Trequarti”). Anestesia totale? Botta in testa? Mezzi di trasporto alternativi? Mi sa che alla fine farò come fece mia madre per trovare un po’ di tranquillità: mi trasferirò sul sedile posteriore e lascerò quello anteriore alle figlie. Ci andrà di mezzo il mio orgoglio, ma meglio lui delle mie coronarie, no???
Quindi, mia cara, dobbiamo rivedere e aggiornare le nostre convinzioni: io che credevo di essere ormai prossima alla Terza età, ho scoperto di essere appena appena entrata nella MEZZA ETA’!!! Ma allora sono ancora un giovane virgulto, una ragazzina, una giovane promessa!!! Oddio, se ripenso a Marcello Marchesi quando cantava in TV “Che bella età/ la mezza età” (ricordi? Ancora in bianco e nero), che mi sembrava così vecchio, matusa, stantìo, decisamente fuori moda, non è che mi consolo poi tanto… ma poi penso che i tempi sono cambiati e che ora noi over 50 siamo molto, molto più giovanili degli over 50 di una volta, molto più in forma, scattanti... noi stesse, la nostra età mica la dimostriamo! Tutti si meravigliano quando sentono quanti anni ho: spero di non avere il crollo tutto in una volta, come ho già detto altrove…
Il primo problema pratico con cui mi sono scontrata una volta tornata a casa è stato quello dei libri scolastici. Come faccio ormai da tre anni, dopo averli cercati presso amici o nell’usato, per ammortizzare la spesa, il 10 agosto (nota bene) li ho ordinati presso un grosso supermercato che trasforma il 20% della spesa-libri in un buono sconto spesa-spesa. Bene. Puoi seguire l’ordine e tutto l’iter di ogni singolo libro verso di te via internet. Bene. Le scuole sono iniziate da 15 giorni. Bene. Sai quando ho esaurito la pratica “libri” per quest’anno? L’altro ieri, 22 settembre!!! MALISSIMO… Ma è mai possibile? Nota che un testo (che non era ancora reperibile in magazzino) me lo sono cercato da sola, trovandolo senza bisogno di ordinarlo dopo un paio di telefonate. Per non parlare di quello che costano, i libri scolastici!!!
Non mi resta che tornare a
dire: TOWANDA! TOWANDA!! TOWANDA!!!
Tua agguerritissima (per ora)
Stordy
P.S. Sorvolo sulle storie vergognose della Regione Lazio. Più che Towanda! lì l'unica è invocare la bomba atomica.... che orrore, che amarezza, che sconforto... che schifo... e pensare che la Regione non ha soldi per occuparsi della salute dei cittadini...!?!?!?!? SENZA PAROLE...